Fughetta n. 1
Cara Europa che ci guardi cupa
l’aurea corona ora s’è storta
e più sottili spine ha la rosa
d’uragano sa il tuo perdurare
invernale
il tuo perpetuo umiliare.
Nella nebbia
le mine vaganti del terrore
ma ci apri a primavera
più furente e più violenta
l’ampia canzone
della pura immensa gioia.
E sarò oliva che scivola matura
dall’albero nodoso d’Europa.
[in Gabriella De Sica, “Cara Europa che ci guardi”, Cooper, 2015]